Nelle ultime settimane ci siamo focalizzati prevalentemente sulle Stampanti 3d, iniziando ad introdurre un argomento che nei prossimi mesi tratteremo molto, considerando che l’intento nemmeno tanto celato di Hp è quello di divenire uno dei leader di mercato di questo segmento destinato negli a venire a divenire sempre più popolare.
In questo aggiornamento, andiamo a scoprire quelli che sono i materiali utilizzati, per l’utilizzo di queste stampanti.
Si tratta principalmente di sostanze termoplastiche (per la tecnica FDM) e fotopolimeri. Nella sinterizzazione laser si usano invece spesso composti che hanno alla base un metallo, garantendo una resistenza più elevata del risultato finale.
L’evoluzione della tecnologia sta portando rapidamente all’introduzione di nuovi materiali: tra questi anche la fibra di carbonio. Va poi fatta distinzione tra i materiali contrassegnati dalla sigla PLA e quelli ABS: i primi (PolyLactic Acid) sono derivati dall’amido di mais e quindi biodegradabili, mentre i secondi (Acrylonitrile Butadiene Styrene) vengono prodotti partendo dal petrolio e quando riscaldati emettono fumi potenzialmente nocivi per la salute. Questi ultimi sono però a volte preferiti per la loro migliore resistenza alle sollecitazioni meccaniche.
Le “cartucce” di stampa sono composte nella maggior parte dei casi da filamenti utilizzati per la creazione del materiale di deposito. Il loro costo è estremamente variegato così come è difficile una valutazione complessiva del costo di stampa. In linea di massima occorre stimare qualche unità di euro per ogni centimetro cubo, ma la dimensione e la complessità del modello possono variare in modo determinante il preventivo finale.
Nei prossimi mesi cercheremo comunque di tenere d’occhio i costi di gestione di queste stampanti, cercando di avere un idea ben chiara perlomeno dei costi di base.